Reviewed by Giuseppe Marcellino, Ludwig-Maximilians-Universität München (giuseppe.marcellino@sns.it)
Sintesi tra ricerca glottodidattica ed esperienza pedagogica, il Companion to 'Familia Romana' di Jeanne Marie Neumann è un validissimo strumento per i docenti e gli studenti che utilizzino il volume Familia Romana del corso Lingua Latina per se illustrata di Hans Ørberg (da ora in poi LLPSI). Il lavoro rielabora intelligentemente ed è presumibilmente destinato a sostituire, almeno in ambito anglofono, tre originari volumetti redatti da Ørberg: Latine disco, Grammatica Latina e Latin-English Vocabulary. Seguendo il criterio già adottato dallo studioso danese, Neumann raccomanda d'intraprendere lo studio dei capitoli in cui è strutturato il Companion solo dopo l'attenta lettura dei rispettivi capitula di Familia Romana e delle sezioni di Grammatica Latina ivi presenti. Secondo tale impostazione, il momento di approfondimento metalinguistico è posposto, benché in realtà non subordinato, all'acquisizione della morfologia, della sintassi e del lessico, in quanto le spiegazioni grammaticali costituiscono un sussidio per la comprensione di regole già contestualmente incontrate e quindi in parte gradualmente assimilate nel corso della lettura dei brani latini. Ogni capitolo è corredato da un essenziale excursus storico-culturale (Studia Romana), assente nella prima edizione del Companion e sempre connesso con il contenuto dei singoli capitula. La presenza di una lista di vocaboli con traduzione inglese alla fine di ogni sezione, assente nell'originario Latine disco, si rivela ben riuscita ed efficace, perché consente di determinare con certezza non solo il significato principale di un termine ma anche l'esatta accezione con cui esso viene di volta in volta impiegato. All'origine del lavoro della Neumann vi è l'esigenza di adattare il volume Familia Romana, concepito da Ørberg per un pubblico non ben determinato di autodidatti di paesi, età e formazione differenti, alle esigenze degli studenti dei colleges americani, che sono tenuti a frequentare un corso d'introduzione al latino per due terms, con tre lezioni a settimana, per un totale di circa 26-28 settimane. Nella Preface la studiosa dichiara apertamente di aver utilizzato il Companion presso il Davidson College "to strike a balance between a purely inductive method and the study of grammatical rules and paradigms" (pp. VII-VIII), ma aggiunge che esso può fungere anche da "ancillary guide for the natural (inductive) method of language acquisition" (p. VIII). Alla base di questa affermazione vi è la consapevolezza infatti che in un corso di avviamento al latino di così breve durata non è possibile, per ragioni di tempo, che il processo di acquisizione della lingua avvenga in maniera lenta e graduale, così come era nelle intenzioni di Ørberg. Per questo motivo, in definitiva, il volume assurge al compito di vero e proprio manuale da affiancare allo studio di Familia Romana, soprattutto là dove sia necessario accertare e valutare il processo di apprendimento individuale, come nel caso degli autodidatti. Di qui anche la scelta di sopprimere, in questa seconda edizione, l'esplicito riferimento al college che era invece presente nel titolo della prima. Se da un lato tale impostazione pare felice, in quanto non escluderebbe, almeno in linea teorica, alcun fruitore del volume, dall'altro si deve osservare che il tentativo di raggiungere un target così vasto ed eterogeneo determina un significativo incremento della mole del Companion, che in questa seconda edizione costa di circa 400 pagine, cioè 50 in più rispetto alla prima e ben 300 in più rispetto alla somma degli originari Latine disco, Grammatica Latina e Latin-English Vocabulary. Considerato che le 400 pagine di questo volume andranno a sommarsi alle oltre 300, tutte in latino, di Familia Romana, e alle circa 130 di Exercitia Latina di Ørberg, è inevitabile che in tal modo ai fruitori di LLPSI venga richiesto uno sforzo individuale maggiore che nel progetto originario dello studioso danese. La scelta di Neumann di seguire, nella presentazione del materiale, l'impostazione di Ørberg appare nella maggior parte dei casi condivisibile e opportuna, considerato soprattutto che lo studioso dedicò diversi decenni al miglioramento e alla rifinitura dei suoi volumi. In alcuni punti tuttavia sarebbe stato meglio, a parere di chi scrive, riconsiderare il momento in cui somministrare certe spiegazioni, come, per limitarci a un solo esempio, nel caso del locativo domi, che ricorre nei capp. XV, 81 e XVIII, 151 di Familia Romana ma diventa oggetto di analisi nel Companion, non diversamente dal Latine disco di Ørberg, solo nel cap. XX, benché la funzione del caso locativo sia ben nota ai discenti già a partire dal capitolo VI, 47 e 59. Di converso, tuttavia, si riconosce che la studiosa ha cercato in linea di massima di rispettare quanto promesso a p. VIII della sua Preface ("To the degree possible, the commentary corresponds to the reading sections within each chapter, enabling students to view just the grammar for each section") e che pertanto il singolo docente potrà, all'occorrenza, decidere liberamente di integrare o approfondire alcuni argomenti trattati nel Companion in luoghi differenti. La grande novità di questa seconda edizione, come abbiamo detto, è la presenza di schede di approfondimento sulla civiltà romana. Le sezioni di Studia Romana consentono di acquisire nozioni sui termini di inizio e fine della storia romana dalla fondazione dell'Urbe sino alla Caduta dell'Impero d'Occidente (I), sull'abbigliamento (II), sulle suppellettili della casa (III), sul concetto di familia (IV), sulle diverse parti della villa (V), sull'educazione scolare delle figlie femmine (VII), sui negozi (VIII), sulla pastorizia e le pratiche a essa connesse (IX), sugli animali (X), sulla medicina (XI), sul sistema dei tria nomina (XII), sul calendario (XIII), sull'insegnamento e la scuola (XIV-XV), sulla navigazione (XVI), sulle monete (XVII), sui supporti scrittori (XVIII), sul matrimonio (XIX), sul ruolo della madre (XX), sui giochi (XXI), sul servizio postale (XXII) e sulle lettere (XXIII), sui cibi e i pasti (XXIV), sulla mitologia (XXV-XXVI), sull'agricoltura (XXVII), sulla prima diffusione del Cristianesimo in Occidente (XXVIII), sui viaggi e la pirateria (XXIX), sulle terme e i banchetti (XXX), sulla pratica dell'esposizione dei bambini (XXXI), sugli schiavi (XXXII), sulla milizia (XXXIII) e infine sulla poesia (XXXIV). Gli unici capitoli sprovvisti di tali approfondimenti sono il VI e il XXXV che in Familia Romana sono rispettivamente dedicati alle vie di trasporto e all'Ars minor di Donato. Benché si debba notare che sarebbe stato preferibile, per ragioni di omogeneità, inserire una scheda di approfondimento anche in questi due casi, in generale si può affermare che le sezioni di Studia Romana, redatte sempre in stile vivace e coinvolgente, arricchiscono sensibilmente il corso di Ørberg, rendendolo certamente più conforme alle esigenze di chi insieme alla lingua latina desideri acquisire anche nozioni di cultura e civiltà. Infine, pare opportuno soffermarsi sulle linee guide per i docenti, che dovrebbero non solo chiarire quali strategie didattiche si possano seguire, ma anche quali competenze si debbano già possedere prima di incominciare a guidare gli altri nella lettura del testo, soprattutto perché all'insegnante viene raccomandato di fare uso in classe del latino incoraggiando gli studenti a rispondere a domande e a parafrasare frasi complesse. Un elemento centrale, non solo per gli studenti ma anche per i docenti, per imparare a parlare in latino di grammatica latina è individuato giustamente da Neumann nello studio dei marginalia di Familia Romana, vale a dire delle glosse attraverso cui Ørberg chiarisce il significato dei nuovi termini che si presentano a mano a mano nel testo. Tuttavia, al di là di questo pur utile avvertimento, occorre notare che alla questione della formazione dei docenti il Companion non dedica sufficiente spazio nella sezione "For the Instructor". Neumann dopo aver scritto, in maniera del tutto condivisibile, che " Using Latin actively in the classroom can be a challenging experience for those of us who have learned Latin as a passive language" (p. XI), si limita ad aggiungere che "Before guiding others through the text, the instructor can learn a great deal about talking about Latin in Latin by becoming familiar with the GRAMMATICA LATINA sections at the end of each chapter and by studying the selections from Donatus's Ars Minor in the final chapter of Familia Romana" (p. XI). Come sa bene chiunque abbia adoperato i volumi di Ørberg, le sezioni di grammatica o gli estratti dall'Ars minor di Donato presenti in Familia Romana possono certamente contribuire ad avvicinare il docente alla produzione attiva in latino, ma non possono prescindere da un serio, lungo e impegnativo lavoro preparatorio che permetta poi di insegnare con LLPSI senza tradire l'essenza del metodo. A tale funzione infatti non può di certo sopperire l'utile, ma certamente non esaustivo e metodico, gruppo di google LLPSI segnalato dalla studiosa. La nuova edizione del Companion contribuirà certamente a riaccendere il dibattito non solo sul metodo d'insegnamento diretto del latino ma anche sulla necessità di rinnovamento nell'ambito della didattica delle lingue antiche. Il lavoro di Neumann, infatti, per struttura e rigore, possiede tutti i requisiti per adattare alle esigenze del presente un testo che, benché sia stato concepito oltre cinquant'anni fa, rappresenta ancora un solidissimo e validissimo strumento per l'avviamento alla lettura dei classici.
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