Reviewed by Giampiero Scafoglio, Seconda Università di Napoli (scafogli@unina.it)
Questo cospicuo e interessante libro, pubblicato nella prestigiosa collana "Hypomnemata", nasce dalla rielaborazione della dissertazione discussa dall'Autore nel 2010 all'Università "Friedrich Schiller" di Jena, con la supervisione di Meinolf Vielberg e Widu-Wolfgang Ehlers. L'argomento, lo scambio epistolare tra Ausonio e Paolino, sta recentemente riscuotendo notevole attenzione da parte della critica: da pochi anni se ne sono occupati David Amherdt (Ausone et Pauline de Nole, Bern 2004), Gillian Knight ('Friendship and erotics in the late antique verse-epistle', Rheinisches Museum 148, 2005, pp. 361-403) e Stefania Filosini (Paolino di Nola, Carmi 10 e 11, Roma 2008; cf. Latomus, 70, 2011, pp. 523-524). L'introduzione (pp. 11-48) ripercorre la biografia, la carriera politica e la produzione poetica sia di Ausonio che di Paolino, ricostruendo lo sfondo storico e culturale del tempo, con la sua particolare complessità, soprattutto per quanto concerne il rapporto tra Cristianesimo e paganesimo. Il quadro generale resta nei limiti della compilazione, sia pur equilibrata e documentata; tanto più che non vi sono conclusioni sicure sulla posizione religiosa di Ausonio. Più utile è invece lo status quaestionis sullo scambio epistolare tra Ausonio e Paolino, di cui si mette in luce il valore storico- documentario (segnatamente in merito al conflitto ideologico epocale, "die Auseinandersetzung zwischen einem traditionell römischen und einem christlichen Kulturverständnis"), si discutono le edizioni moderne e la letteratura secondaria, divisa tra le due opposte interpretazioni, in chiave di vera comunicazione personale o di finzione letteraria (pp. 24-41). L'Autore dichiara di considerare il rapporto con i modelli poetici un punto centrale dello scambio epistolare tra Ausonio e Paolino (p. 46): questo è infatti l'argomento del secondo capitolo (pp. 49-90), che prende le mosse dal ruolo dei poeti classici nella formazione della coscienza culturale della tarda antichità (pp. 49-55), per poi affrontare il caso specifico di Ausonio (pp. 56-60) e affrancarlo dal giudizio negativo invalso tradizionalmente, da Eduard Norden e Martin Schanz in poi, fino a H. Evelyn White e M. Lossau (pp. 60-66). Ausonio non si deve considerare "ein epigonaler Dichter", in quanto il suo talento non si può misurare nel confronto con Virgilio o con altri poeti del passato. Il suo approccio creativo (non servile) con i modelli emerge da un esame del Cento nuptialis, che è costruito con versi e stilemi attinti dall'Eneide, ma inseriti in un contesto nuovo che ne stravolge il significato, con esito originale: "die Lektüre wird so ungleich komplexer und distanzierter" (pp. 66-77). Nelle Epistole, i richiami intertestuali funzionano come "Mittel der Argumentation": il lettore è sollecitato a risalire al contesto da cui provengono le reminiscenze, che integrano e arricchiscono il messaggio ausoniano, come dimostra l'analisi dell'Epistola 24 a Paolino, con molteplici riferimenti a Virgilio, Properzio, Lucano, Seneca e Stazio (pp. 77-90). Il testo delle Epistole 21 e 22, con apparato critico ridotto al minimo, riproduce l'edizione curata da Green, con una sola differenza: nella prima lettera, il v.12 è posposto al 13. Tuttavia la caratteristica notevole del testo edito da Rücker è la giustapposizione di uariae lectiones (in un apposito apparato laterale) sia a 21.12-13 che a 22.3 e 33-34: infatti le lezioni del Vossianus e del Parisinus Lat. 8500 (accolte da Green) sono affiancate da quelle del Bruxellensis 10203/5, del Parisinus Lat. 2122 e del Parisinus Lat. 7558. La spiegazione si trova nel capitolo seguente, un ampio e approfondito discorso sulla tradizione manoscritta delle Epistole di Ausonio: si tratta di varianti d'autore, riconducibili alla «Zwei-Editionen-Theorie», secondo cui il poeta stesso avrebbe ritoccato alcune delle proprie opere, già pubblicate; per quanto concerne le Epistole, le avrebbe revisionate per includerle in un'edizione commentata, da lui curata in tarda età (pp. 148-197). Il testo delle due Epistole, con una precisa e duttile traduzione tedesca (pp. 91-97), è seguito da una ricostruzione della situazione (la scelta di Paolino di dedicarsi alla vita ascetica in seguito alla morte del fratello; il rimprovero che gli rivolge Ausonio, di aver rinunciato a una brillante carriera politica e di aver tradito la loro amicizia) e da un'interpretazione puntuale che analizza le argomentazioni, il linguaggio e i rapporti con i modelli (pp. 98-120). Tra questi, spiccano Cicerone, Lael. 91-92 (sulla sincerità insita nella vera amicizia), Tusc. 3.63 (con la versione latina di un brano omerico che parla del solipsismo di Bellerofonte, a cui Ausonio paragona il comportamento di Paolino), nonché Livio e Giovenale (per il richiamo a Tanaquil, a cui è accostata Terasia, la moglie di Paolino). Il topos del lamento e del rimprovero a un amico (pp. 120-141) è ben presente nella tradizione epistolare che va da Cicerone a Simmaco, con toni e motivi molto simili a quelli usati da Ovidio nella poesia erotica e didascalica, dagli Amores all'Ars amatoria, dalle Heroides ai componimenti scritti dall'esilio. Ai Tristia si ispira infatti largamente Ausonio (pp. 141-147). Il problema dell'ordine delle Epistole è oggetto del sesto capitolo (pp. 198-210). Ma le lettere 21 e 22 sono inquadrate in un "Gedichtzyklus": sono considerate, dunque, "als Einheit, als literarisches Gesamtkunstwerk"; la controversa questione della loro cronologia relativa si rivela inconcludente (pp. 211-235). La natura squisitamente letteraria delle due Epistole è confermata dalla loro struttura e forma dell'espressione, in cui si riscontra l'influenza decisiva sia della poesia composta da Ovidio in esilio (pp. 236-244) che dell'Eneide (pp. 244-255). Inoltre le due lettere, in successione contigua, formano una 'Ringkomposition' che muove dal dolore causato dal silenzio dell'amico (prima parte dell'Epistola 21) e vi ritorna alla fine (seconda parte dell'Epistola 22), con riferimento ai Tristia di Ovidio; mentre al centro vi sono i temi della solitudine e dell'abbandono (seconda parte di 21) e del ritorno (prima parte di 22), in relazione con i libri 3 e 4 dell'Eneide (pp. 255-258). L'analisi dell'intertestualità prosegue con la rassegna di personaggi ed episodi leggendari rievocati mediante l'espediente del 'Katalog', con cui Ausonio mostra a Paolino, con l'evidenza esemplare propria del mito, "auf einer tieferen Ebene deutlich, was Schweigen, Feigheit, Selbstverliebtheit und religiöser Wahn bewirken können" (pp. 259- 313). Nell'Epistola 22 la presenza della poesia didascalica ovidiana, introdotta per spronare il destinatario a sottrarsi al controllo della moglie con l'esercizio dell'ars celandi e fallendi, si intreccia con i richiami allusivi ad alcuni miti narrati nelle Metamorfosi (Filomela e Tereo, Aconzio e Cidippe, etc.), a conferma della straordinaria ricchezza di reminiscenze e suggestioni di questa operetta, oltre che del ruolo centrale giocato da Ovidio tra i modelli: Ausonio svolge il compito di "Lehrdichter", o meglio "Lebens-Lehrer", che impartisce insegnamenti all'amico-discepolo, cercando di guidarlo "zu einem besseren Leben" (pp. 314-339). I principali punti del discorso svolto nel volume sono utilmente ricapitolati nel riepilogo finale (pp. 340-345), seguito da un'ampia bibliografia e dagli indici (quello dei nomi e delle cose e quello dei passi citati). Come si evince dal quadro sintetico fin qui delineato, si tratta di un libro equilibrato e solidamente documentato, che mantiene più di quello che promette, nel senso che non è solamente un'edizione commentata delle Epistole 21 e 22: è una monografia che esplora approfonditamente i rapporti di Ausonio con i modelli, mette in luce le motivazioni culturali e ideologiche sottese all'intertestualità, analizza le strategie, le strutture e le forme espressive della composizione poetica. È credibilmente dimostrata la natura letteraria (non strettamente personale) delle due Epistole, che "nicht nur historische Dokumente, sondern vor allem Literatur ersten Ranger sind" (p. 345). Unico limite di questo pregevole lavoro mi pare l'impostazione eccessivamente prolissa, con una tendenza alla sistematicità che talvolta ricade nella compilazione scolastica (per esempio pp. 11-24 e 49-60): una più accurata selezione delle informazioni avrebbe reso il volume più snello, più rapidamente ed efficacemente fruibile (in base alle esigenze della stampa scientifica), ma soprattutto avrebbe messo maggiormente in evidenza le acquisizioni innovative, degne di essere valorizzate.
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