Reviewed by Giulia Masci, Università degli Studi di Torino (giulia.masci@unito.it)
Il volume raccoglie gli atti di un incontro organizzato per volontà congiunta delle sezioni di scienze antichistiche e medioevistiche dell'Università di Genova; la conferenza, realizzata in seguito a tre precedenti momenti di confronto dedicati ai temi dell'integrazione, delle migrazioni e della comunicazione della storia, si è posta nel solco di una decennale attività volta alla promozione del dibattito sull'antichità ad iniziativa dell'Università di Genova. L'incontro che ha dato origine a questo volume ha voluto presentare un aggiornamento sul territorio e sulle agglomerazioni urbane della Liguria antica dalla preistoria alla tarda antichità. Data l'accettata difficoltà di attribuire connotati territoriali a una realtà che solo in epoca augustea li acquisì compiutamente, il congresso si è focalizzato sugli aspetti etnici e sociali della presenza ligure e sull'opportunità di parlare di Liguri in riferimento al mondo antico piuttosto che impiegare il termine Liguria, parzialmente anacronistico. Ai fini di fornire un quadro completo del popolamento e dell'insediamento nel territorio, è risultato quindi imprescindibile valersi anche di testimonianze provenienti da aree differenti; pertanto, il tema proposto è stato programmaticamente scisso in due unità: da un lato i contesti territoriali, con particolare, ma non esclusivo, riferimento all'ambiente ligure, dall'altro il rapporto città- territorio.1 Il volume è diviso in tre sezioni: la prima dedicata alla storia e all'epigrafia greche, la seconda alla storia e all'epigrafia romane, la terza ai posters. La prima sezione, più esile quantitativamente rispetto alle altre due, indaga il rapporto tra polis e chora in tre interventi. Il primo, "Dai paesaggi minoici ai territori delle poleis" di Nicola Cucuzza, si incentra sui cosiddetti "palazzi" minoici, presentando le più recenti interpretazioni al riguardo; l' autore si sofferma sul ruolo dei "palazzi" come indicatori involontari della vita comunitaria di epoca minoica, mettendone in luce la funzione aggregativa e le possibilità di sfruttamento del relativo dato archeologico per comprendere l'estensione territoriale del potere politico delle principali comunità. Il secondo intervento, di Dominique Garcia, affronta il tema del controllo dei territori della regione mediterranea della Gallia da parte di Greci, Romani e popolazioni indigene, con un'attenzione particolare all'etnogenesi delle popolazioni dell'interno come conseguenza dell'"ellenizzazione" e della "romanizzazione" della fascia costiera. Questo testo può essere letto utilmente in relazione con il poster di Francesca Chiocci, "Territorio ed identità etnica da Marsiglia al Rodano: prospettive metodologiche " nella parte finale del volume. L'intervento conclusivo della sezione, "Dati sull'ambiente antropizzato della Liguria appenninica prima della romanizzazione" di Tiziano Mannoni, presenta i risultati degli studi dell'Istituto della Cultura Materiale —già Gruppo Ricerche della sezione di Genova dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri— incentrati sull'impiego della topografia antica e dell'archeologia globale del territorio per comprendere analogie e differenze dei Liguri delle coste e dei Liguri dei monti. La sezione romana del volume si apre con il bell'intervento di Mireille Corbier volto ad indagare il vocabolario impiegato dalle fonti antiche, letterarie e giuridiche, per descrivere gli ambiti urbani e le aree extra-urbane. L'autrice ricostruisce un panorama terminologico ampio e variegato, di cui sono componenti imprescindibili l'esistenza di diversi registri e la variabilità nel tempo e nello spazio delle nozioni territoriali. Segue Elio Lo Cascio, con uno studio sugli "Aspetti demografici ed economici del rapporto città-territorio nell'Italia romana" In esso l'autore dà prova delle proprie capacità esegetiche riflettendo sul bronzo di Osuna in rapporto alla Lex municipi Tarentini in merito alla clausola riportata in entrambi i testi relativa all'obbligo per i decurioni di possedere case di dimensioni prestabilite all'interno dei centri cittadini e sui dati inferibili da questo elemento circa i modelli insediativi (agro- towns) e la produzione di surplus agricolo. Giovanna Maria Bacci, in " Città e territorio in Liguria in età romana: lo stato della ricerca", restituisce un'immagine dettagliata del popolamento della Liguria tra età pre-romana e tardoantica. Ne emerge un territorio costellato, in fascia costiera, da approdi e luoghi di otium e caratterizzato, nelle aree più interne, da strade, stazioni di sosta e centri abitati, in cui il commercio funge da legante tra aree marittime e aree pedemontane e montane e in cui si preservano ancora numerosi esempi del culto paleocristiano. A parziale approfondimento di questo intervento è il lavoro che segue, a cura di Anna Maria Durante, Lucia Gervasini e Silvia Landi, in cui vengono ripercorse le principali tappe evolutive di Luni e del suo territorio con un aggiornamento sulle scoperte più recenti. L'intervento di Patrizia Basso sulle stazioni di sosta lungo le strade della Cisalpina romana presenta una proposta di revisione dei dati archeologici sugli edifici delle città romane situati nei pressi delle porte, ipotizzando che possa trattarsi, in molti casi, di stazioni di sosta. Yann Le Bohec conclude la sezione con una revisione dei dati ad oggi noti sul sito di Lambesi, in Numidia, incentrandosi in particolare sulla porzione civile del sito, cui si affiancava un'area militare piuttosto sviluppata. Un'ipotesi di ricostruzione della struttura urbanistica si conclude con una piccola appendice dedicata alla localizzazione e all'analisi delle necropoli della città. La sezione dedicata ai posters è integralmente curata dal Dottorato di Ricerca in Scienze storiche dell'antichità dell'Università di Genova. Jérémy Lamaze apre con una riflessione sul ruolo dei santuari extra-urbani di Creta in epoca arcaica come luoghi religiosi, ma altresì di difesa del territorio e di statuizione dei confini. Segue Cinzia Bestonso, che torna su tematiche religiose individuando il ruolo di creazione e programmatica promozione dell'identità collettiva detenuto dai rituali. I due posters successivi, di Lellida Todini e Salvatore Vacante, invece, affrontano l'analisi di aree contese, in un caso la peraea di Samo e nell'altro il Mar Piccolo di Iasos. Il contributo di Elena Insolera punta sugli insediamenti del territorio reggino e sulla dipendenza di quelli minori dalla città principale. Dopo il poster di Francesca Chiocci, di cui si è detto, viene presentata la riflessione di Maria Conventi sulle cinte murarie come confini fisici e simbolici e sulle altre forme di delimitazione materiale e ideologica dei territori. Federico Frasson offre un breve saggio di revisione storiografica mettendo in discussione una lettura di un passo Quattrocentesco effettuata da Plinio Fraccaro. Luisa Albanese e Simona Contardi presentano due piccoli approfondimenti sulla città di Nora, in Sardegna, sull'evoluzione dell'impiego delle risorse del territorio per scopi agricoli, per la pastorizia e per lo sfruttamento minerario e infine sulle necropoli e sulla loro successione cronologica. Chiude il volume il poster di Emilia Michelazzi sulla città di Antiochia sull'Oronte quale emerge, nelle sue funzioni di emporio di beni locali e di importazione, dalle fonti letterarie. Il pregio dell'opera, valutata nel suo insieme, è la ricercata interdisciplinarità che la contraddistingue grazie all'inclusione di interventi di carattere storico, epigrafico ed archeologico, ma soprattutto la volontà di far incontrare in uno stesso convegno storici romanisti e grecisti, determinata dalla consapevolezza della contaminazione etnica e sociale di cui la Liguria quando si connotò territorialmente, fu il frutto. Nel complesso, il volume è di estremo interesse e raggiunge, con alcuni significativi contributi, livelli molto alti. Gli interventi, considerati globalmente, permettono di avere una visione impostata su una prospettiva mediterranea piuttosto che localistica e, in tal modo, favoriscono confronti tra le differenti aree e le diverse epoche certamente forieri di riflessioni che, trascendendo i singoli casi, possono permettere di ricostruire una panoramica delle modalità di intervento e dei rapporti col territorio dei diversi popoli che si affacciavano sul Mediterraneo.
Notes:
1. Per i temi affrontati, il convegno si ricollega ad alcune iniziative recenti, che hanno proposto analisi complementari e in parte assimilabili a quelle qui presentate: e.g., L. Brecciaroli Taborelli ( ed.)), Forme e tempi dell'urbanizzazione nella Cisalpina (II secolo a.C. – I secolo d.C.). Atti delle giornate di Studio (Torino 4-6 maggio 2006) ; Luuk de Ligt – Simon Northwood ( eds.), People, Land, and Politics. Demographic Developments and the Transformation of Roman Italy, 300 BC-AD 14, Leiden 2008; e anche il più datato W. Eck – H. Galsterer ( eds.), Die Stadt in Oberitalien und in den nordwestlichen Provinzen der Römischen Reiches, Mainz am Rein 1989.
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