Wednesday, August 17, 2011

2011.08.34

Alberto Camerotto, Riccardo Drusi (ed.), Il nemico necessario: duelli al sole e duelli in ombra tra le parole e il sangue. Atti dell'Incontro di Studio, Venezia, 17-18 dicembre 2008. Quaderni del Dipartimento di Scienze dell'Antichità e del Vicino Oriente - Università Ca' Foscari Venezia 6. Padova: S.A.R.G.O.N. Editrice e Libreria, 2010. Pp. 281. ISBN 9788895627120. (pb).

Reviewed by Roberto Chiappiniello (robertochiappiniello@hotmail.com)

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Il volume Il nemico necessario raccoglie tredici studi presentati durante un convegno tenutosi a Venezia nel Dicembre del 2008. Il tema unificante, da come si evince dal titolo della raccolta, è l'esplorazione del duello verbale come anticamera e cornice del conseguente duello delle armi. L'arco temporale è ampio: il lettore parte, comme il faut, con i poemi omerici (Camerotto), attraversa i duelli in greco medievale (Carpinato) e volgare italiano (Bellingeri e Drusi), per approadare con i saggi rispettivamente di Paolo Puppa e Massimo Fusillo sui duelli nelle letteratura occidentale moderna e nel cinema. Non mancano finestre sulla tragedia greca (Nicosia), l'iconografia vascolare greca arcaica (Brunori), e l'arte micenea (Greco). Ogni articolo termina con specifici riferimenti bibliografici.

Come i curatori espongono nella premessa (p. 8), "senza nemico non v'è confronto, non v'è impresa, e vengono meno anche la gloria e il racconto. Un grande nemico fa grande il duello e colui che ha il coraggio di affrontarlo, anche quando viene poi sconfitto". E un 'grande duello' è normalmente introdotto dalla 'singolar tenzone' delle parole che hanno il ruolo di giustificare e allo stesso tempo sublimare lo scontro prossimo a venire. Il duello, che di solito (a partire dai poemi omerici) apre il contatto tra due contendenti, prepara il lettore e spettacolarizza la schermaglia. Il pattern segue uno schema ben preciso: alle parole di sfida segue lo scontro che a sua volta è completato dalle parole del vincitore. L'eroe epico è tale solo se conquista nell'arena del duello il kleos, ed è per questo motivo che egli tende naturalmente verso lo scontro. Il confronto-scontro porta in sé il contrasto antitetico di monomachia e duellum: vi è la monomachia in quanto l'eroe è solo (monos) nello scontro per la vita, ma allo stesso tempo si articola la dualità del duellum dal momento che l'eroe ha bisogno dell'altro antagonista, di uno 'sparring partner', per ottenere gloria e fama. Così si spiega il titolo della raccolta: il nemico diventa necessario in quanto risalta e delimita la (diversa) identità e individualità del suo opposto.

La varietà e la quantità degli studi qui raccolti mi permetteranno solo di presentare in maniera sintetica il contenuto dei singoli interventi.

Camerotto (Il nome e il sangue degli eroi. Dalle parole alle armi nell'epica greca arcaica) esamina le parole di sfida (domande sull'identità, provocatorie, ingiuriose) nei poemi omerici. Talvolta però nelle parole di sfida si notano "contatti" semantici tra generi diversi come è nel caso degli excursus genealogici che sono tratti comuni sia delle (auto-)presentationi dei guerrieri in battaglia, sia delle strutture tematiche della xenia. Brillante (Paride e Filottete: la Piccola Iliade e il duello con l'arco) studia il combattimento con l'arco tra Paride e Filottete tramandato in vari testi epici tardi ed illustra come questa tipologia di scontro (inusuale nei poemi omerici) -- che esclude qualsiasi forma di contatto (sia esso fisico o linguistico) tra i duellanti -- è sintomo di una trasformazione dei valori eroici e bellici ormai lontani dall'allure omerica. Greco (Lo scontro delle immagini. Iconografie e ideologie del duello nel mondo miceneo) esamina le immagini di duelli paleomicenei così come sono rappresentati su sigilli e cretule, e inferisce che i duelli minoici e micenei erano essenzialmente scontri tra coppie di duellanti laddove l'azione dell'opaon (il guerriero spadaccino) veniva assistita e complementata dal pheressakes (il portatore di scudo). Greco argomenta che la cultura bellica micenea non contemplava l'individuo e ad esso preferiva piccoli gruppi di combattenti. Di tutta altra natura è l'agon logon preso in esame da Nicosia (Duelli di parole nella tragedia greca). Il campo d'azione è quello della tragedia greca, le armi sono le parole brandite e usate dai personaggi sulla scena. Nicosia seleziona e propone all'attenzione del lettore un numero di elementi e moduli espressivi che richiamano i clichés dei contesti epici. Ad esempio: assistito dal coro che parrebbe revocare la presenza dei testimoni fissi nei veri duelli, Tiresia nell'Antigone di Sofocle (vv. 1084-6) scaglia contro Creonte le sue parole come strali; nelle Eumenidi il coro delle Erinni durante l'interrogatorio ad Oreste afferma di aver vinto, come nella lotta, il primo assalto (verso 589); in Medea (versi 545s.), Giasone risponde a Medea e afferma di aver accettato la proposta delle contesa di parole (amillan ... logon). Nel lavoro di Belllingeri sulle Cronache venete rinascimentali (Sul nemico del nemico: gesta turche, conflitti correligionari, spaesati ideali cavallereschi) viene alla luce il barocchismo descrittivo dei campi di battaglia, il gusto del macabro e la critica delle armi da sparo usate dai turchi. I corpi smembrati non plaudono alla maestria dei duellanti ma criticano la macelleria delle bombarde e delle mine. Dell'agone epico e cavalleresco rimane ben poco, non resta che la polvere da sparo; una sbiadita eco alla polvere delle piane (tebane, troiane, italiche) tra cui gli eroi antichi decidevano delle loro sorti? Per finire, Massimo Fusillo (Duelli interminabili (Matheson-Spielberg, Conrad-Ridley Scott)) richiama all'attenzione del lettore su due esempi di duellanti nel cinema comteporaneo (The Duellists di Ridley Scott e The Duel di Spielberg) e mette in risalto i temi topici del genere epico quali lo scontro, l'attesa, il senso dell'onore e l'idea del nemico come doppio rovesciato del sé. I rimanenti articoli del volume vanno dalle descrizioni formulaiche e la cristallizzazione dei repertori del genere epico nella poesia popolare greca tra il IX e il XVII secolo (Carpinato, Monomachia: l'un contro l'altro armato nella letteratura greca alle origini del volgare) alla formalizzazione di clichés narrativi nelle chansons de geste nei romanzi cortesi del ciclo arturiano (Barbieri, Il nemico necessario: il duello cavalleresco nei romanzi arturiani d'oil) alla costruzione modulare di contrasti verbali prebellici in un poemetto veneto del '500 (Drusi, Infin che se ghe vede! Minacce e provocazioni iu un poemetto veneziano del 1550 ).

Questa selezione di studi, corredati da buone e aggiornate bibliografie, offre interesssanti spunti di riflessione e approfondimento, in particolare per quanto riguarda il mondo e la cultura micenea, la tragedia greca classica e l'epica omerica. Tuttavia è un peccato che sia assente uno sguardo su questa tematica dal punto di vista dei testi latini.

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