Richard Heinze, Il racconto elegiaco di Ovidio (traduzione italiana di Corrado Travan, con una premessa di Franco Serpa). Dicti studiosus. Classici della filologia in traduzione 1. Trieste: EUT, 2010. Pp. xvii, 118. ISBN 9788883032820. €10.00 (pb).
Reviewed by Beatrice Larosa, Università della Calabria
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Il volume Il racconto elegiaco di Ovidio, pubblicato dall'EUT nella collana "Dicti studiosus. Classici della filologia in traduzione", è la traduzione italiana, curata da Travan, della famosa monografia di Richard Heinze dal titolo Ovids elegische Erzählung.
Originariamente stampato dalla Teubner nel 1919 nei 'Berichte über die Verhandlungen der Sächsischen Akademie der Wissenschaften, Philosophich-Historische Klasse', il saggio fu riedito in Von Geist des Römertums (Leipzig und Berlin 1938) e riprodotto nel 1960, come ricorda la curatrice dell'edizione italiana, Simona Ravalico, nella nota di p. xvii.
Nella premessa (L'Ovidio di Heinze) Serpa introduce il testo, soffermandosi dapprima sulla Vergils epische Technik, l'opera del 1903 che più delle altre valse la fama allo studioso tedesco, poiché segnò una tappa fondamentale nella storia della filologia virgiliana e, in generale, nella letteratura latina. La valenza del volume sull'Eneide è ravvisata, oltre che nel connubio di una precisa e specialistica competenza esegetico-testuale con un linguaggio chiaro e didascalico, anche nella volontà di evidenziare le peculiarità stilistiche e contenutistiche del poema romano rispetto agli antecedenti greci (epici e teatrali): l'analisi dello stile e della cultura di Virgilio è condotta secondo un metodo d'indagine a catalogo e con una particolare attenzione alla coerenza narrativa, marca di identificazione dei generi letterari.
Serpa riconosce già nella Vergils epische Technik tracce di quel procedimento d'analisi che caratterizzerà il successivo saggio su Ovidio: l'andamento dello stile del Sulmonese è esaminato al fine di individuare le differenze tra il genere epico e quello elegiaco, ai quali appartengono, secondo Heinze, rispettivamente le Metamorfosi e i Fasti, che, pur nella trattazione contemporanea di uno stesso tema, quello del mito, presentano forme narrative diverse, non ascrivibili alla sola componente metrica.
Il prefatore enumera gli aspetti che lo studioso tedesco considera ai fini di una disamina della poesia ovidiana: il modo di raccontare per sintesi o per distensione, l'equilibrio narrativo o le asimmetrie, la retorica dei discorsi diretti, il senso del divino e del prodigioso, il carattere romano delle idee e del tono.
Serpa ripercorre i principali confronti testuali operati dal filologo tedesco nel corso dei dieci capitoli che compongono il saggio: dal racconto del rapimento di Proserpina, le cui due versioni presenti nei Fasti (IV, 417 ss.) e nelle Metamorfosi (V, 346 ss.) sono analizzate con acribia critica nei loro aspetti peculiari (pp. 1-9), alla rappresentazione del mondo degli dei (pp. 9 ss.), il cui diverso trattamento è esplicitato soprattutto nel raffronto tra le due redazioni del discorso di Marte per la divinizzazione di Romolo contenute nei poemi (Metamorfosi XIV, 805 ss. e Fasti II, 481 ss.).
Degno di menzione è anche l'accostamento del racconto ovidiano della vicenda mitica di Lucrezia (pp. 40-43), secondo la rappresentazione dei Fasti (II, 685-852), a quello contenuto nell'opera liviana (I, 53 ss.), mentre altrettanto importanti si rivelano le pagine dedicate al confronto tra Ovidio e Virgilio (pp. 56 ss.), dove alla raffinata arte poetica del Sulmonese, sensibile agli approfondimenti psicologici intrisi di retorica, viene contrapposto il maggiore equilibrio narrativo del predecessore.
Alla premessa di Serpa seguono la 'Nota del traduttore' e la 'Nota del curatore dell'edizione italiana'.
La traduzione dello studio è realizzata all'insegna della fedele riproduzione dell'originale, del quale sono rispettate le scelte lessicali. Alcune modifiche sono operate sul piano della punteggiatura (relative, per esempio, all'uso della parentesi e all'impiego della lineetta), con lo scopo di favorire una maggiore comprensione del testo.
Il filo conduttore dell'indagine di Heinze è quello di stabilire, attraverso l'esame sinottico di passi delle Metamorfosi e dei Fasti, le differenze tra il genere epico e quello elegiaco, misurate in base alle categorie narrative del δεινόν, che contempla uno stile solenne ed equilibrato, caratteristico della poesia esametrica, e dell'ἐλεεινόν, che, di contro, prevede un tono patetico e familiare, tipico della poesia in distici. È noto che nel corso del tempo il punto di vista di Heinze abbia suscitato qualche perplessità da parte di alcuni studiosi1; recentemente la sua lezione, che ha aperto la strada ad una rivalutazione dei Fasti in chiave elegiaco-soggettiva, è stata recepita come il presupposto per una più obiettiva interpretazione della tecnica narrativa impiegata da Ovidio nei due poemi2.
Dopo le quattro 'Appendici', dedicate all'approfondimento di alcune tematiche accennate nel corso del saggio, l'edizione italiana contiene, oltre all''Indice dei passi discussi di Ovidio', una sezione dedicata ai 'Riferimenti bibliografici', nella quale vengono sciolte le abbreviazioni presenti nel saggio e un 'Indice dei nomi, degli autori antichi e delle opere anonime' citati nel corso del lavoro.
Le pagine del saggio e delle appendici conservano in alto tra parentesi quadre la numerazione originaria dell'edizione del 1938.
Table of Contents
Franco Serpa, 'L'Ovidio di Heinze', pp. ix-xiiiNota del traduttore, pp. xv-xvi
Nota del curatore dell'edizione italiana, p. xvii
Stili di narrazione diversi dei Fasti e delle Metamorfosi, p. 1
1. Il ratto di Proserpina, p. 2
2. Gli dei ovidiani; Dignità divina e passione; Amore divino e divina comicità; L'atteggiamento di Ovidio verso il prodigioso, p. 9
3. Contrasto ἐλεεινόν-δεινόν; La storia di Romolo; I Lupercalia; Fondazione di Roma; Morte di Remo; Il ratto delle Sabine; Pace fra Romani e Sabini; Apoteosi di Romolo, p. 16
4. Rinuncia delle tendenze eroiche; La cacciata di Tarquinio; Il racconto del Regifugium; La storia di Lucrezia, p. 34
5. Catasterismi: Orione, Callisto, Toro, Corona, p. 43
6. Soggettività del narratore; La figura dell'apostrofe, p. 49
7. L'atteggiamento lirico; Sviluppo ulteriore della tradizione virgiliana, p. 53
8. La vicinanza alla realtà della narrazione elegiaca; La periodizzazione del racconto epico ed elegiaco, p. 59
9. Immediato predecessore: Properzio; Narrazione mitica nelle elegie di Properzio, p. 62
10. Temi dell'elegia narrativa, Filita/Callimaco; La particolarità di Callimaco; Il rapporto dei Fasti con gli Aitia; L'epillio romano e l'epillio alessandrino, p. 69
Appendici
1. Erotismo divino delle Metamorfosi, p. 83
2. Callisto in Ovidio, p. 86
3. I monologhi delle Metamorfosi, p. 90
4. Sullo sviluppo dell'elegia 'soggettiva', p. 103
Riferimenti bibliografici, p. 107
Indice dei passi discussi di Ovidio, p. 113
Indice dei nomi, degli autori antichi e delle opere anonime, p. 114
Notes:
1. Cfr. A. Rohde, de Ovidii arte epica, Diss. Berlin 1929; L. P. Wilkinson, Ovid Recalled, Cambridge 1955, pp. 193 ss.; D. Little, 'Richard Heinze: Ovids elegische Erzählung', in Ovids Ars amatoria und Remedia amoris. Untersuchungen zum Aufbau, ed. E. Zinn, Stuttgart 1970, pp. 64-105; G. K. Galinsky, Ovid's metamorphoses, Oxford 1975.
2. Cfr. S. Hinds, The Metamorphosis of Persephone: Ovid and the selfconscious Muse, Cambridge 1987; A. Barchiesi, Il poeta e il principe. Ovidio e il discorso augusteo, Bari 1994; E. Merli, Arma canant alii: Materia epica e narrazione elegiaca nei fasti di Ovidio, Firenze 2000.
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