William Hansen, Anonymous. Life of Aesop. Bryn Mawr: Bryn Mawr Commentaries, 2008. Pp. 101. ISBN 9781931019040. $11.95.
Reviewed by Mario Andreassi, Università di Bari
Pubblicato in una veste grafica semplice ed essenziale, questo agile commento curato da William Hansen ha una destinazione eminentemente scolastica e prevede, senza alcun indice, una sezione introduttiva (pp. i-xi), il testo greco (pp. 1-44) e il commento (pp. 45-101).
La breve sezione introduttiva presenta un'ulteriore articolazione: una stringata Preface, con qualche cenno su datazione, lingua e tradizione manoscritta (p. i); un elenco delle Main Divergences From Perry's Text (pp. ii-vi); due pagine su The Language of the Life of Aesop (pp. vii-viii); una ridottissima Bibliography (p. ix) distinta in tre microsezioni (Critical Editions; English Translations;1 Scholarship); una eterogenea lista finale di Abbreviations (pp. x-xi).
Il testo greco, nella versione tràdita dalla Vita G, è quello di Perry (1952), del quale vengono proposti i capitoli 1, 2 (solo la prima frase), 4 (senza la prima frase)-11, 22-33, 44-74, 75-76 (tratti dalla Vita W), 78-85, 87-100, 124-142.2 Hansen si astiene dall'avanzare nuove proposte testuali e segue l'edizione di Perry (persino nell'uso delle maiuscole o delle minuscole a inizio di capitolo), di cui accoglie quasi sempre le integrazioni e le espunzioni. Non mancano tuttavia i casi in cui ripristina il testo di G3 oppure adotta congetture o correzioni di Papathomopoulos4 e, soprattutto, di Ferrari,5 dandone segnalazione nelle Main Divergences From Perry's Text, un'utile rassegna che però risulta a volte fruibile con qualche difficoltà6 e in forma parziale.7
Il Commentary, la sezione più estesa del volume, tende per lo più a offrire la traduzione di singole parole o di più ampie espressioni (non sempre, invero, di particolare complessità), integrandole talora con sintetiche note grammaticali o lessicali (soprattutto con riferimenti alla koine e alla differenze con il greco di età classica). Sono invece pressoché assenti riflessioni di carattere storico-antiquario, filologico-testuale, critico-letterario, così come indicazioni di loci paralleli o anche rinvii bibliografici per eventuali approfondimenti.
Se dunque l'utilità del volume può apparire limitata per gli specialisti della materia, va tuttavia debitamente sottolineato che i destinatari sono ben altri, come si sarebbe potuto leggere nella Series Preface che, di solito incipitaria nei Bryn Mawr Commentaries, risulta qui inopinatamente assente. È proprio in questa sede, infatti, che il General Editor (Richard Hamilton) non solo chiarisce che "these lexical and grammatical notes are meant not as a full-scale commentary but as a clear and concise aid to the beginning student", ma addirittura ricorda che gli autori dei commenti hanno ricevuto precise limitazioni: "have been told to resist their critical impulses and to say only what will help the student read the text".
Considerato in questa prospettiva, il volumetto di Hansen può dirsi certamente calibrato e si spera possa condurre nuovi e giovani lettori alla scoperta di un testo oltremodo piacevole, a cui meriterebbe di essere prima o poi dedicato un sistematico commento scientifico.
In appendice segnalo alcune lievi imprecisioni, omissioni o refusi, che potranno essere utili in caso di ristampa o di nuova edizione: - p. iii, r. 3 (dal basso): l'integrazione della punteggiatura dopo ἀρκεῖ e λῆξον è correttamente assegnata a Papathomopoulos, ma poi nel testo (p. 22, r. 14) Hansen segue l'edizione di Perry, che non segna punto in alto dopo λῆξον; preciso inoltre che ἀρκεῖ in luogo di ἄρκει (Perry) non è correzione di Papathomopoulos ma restituzione della lectio tràdita da G.
- p. v, r. 13 (dal basso): Hansen assegna a Papathomopoulos la correzione di μνημοσύνην in αὑτòν μνημόσυνον; in realtà μνημόσυνον è semplice restituzione della lectio di G, mentre l'intervento correttivo di Papathomopoulos verte piuttosto su αὑτòν, dove egli modifica sia il testo di Perry (αὐτῶν, assente nel lemma di Hansen) sia il tràdito αὐτòν.
- p. 1, r. 4 (dal basso): il pronome ᾗ (in luogo del tràdito ᾧ accolto da Perry) è correzione di Papathomopoulos, di cui però non si fa cenno nella sezione delle Main Divergences From Perry's Text.
- p. 6, r. 11 (dal basso): Hansen pone tra parentesi uncinate l'espressione κατεπλάγησαν οὖν τῷ εὐστόχῳ λόγῳ, spiegando nel Commentary (p. 53, rr. 12-13, dal basso) che l'espressione è "supplied by the editor from W for the sake of the sense"; in realtà, l'integrazione di Perry si limita al solo κατεπλάγησαν οὖν (per il quale effettivamente l'editore annota in apparato: "supplevi, cf. W" [p. 43, n. 157]), mentre il nesso τῷ εὐστόχῳ λόγῳ è semplice correzione del tràdito τω εὐστολόγω.
- p. 7, r. 4: l'integrazione del punto in alto dopo τί γάρ è di Shipp (come segnalano Papathomopoulos e Ferrari); Hansen non ne fa cenno nella sezione delle Main Divergences From Perry's Text, a differenza di due identiche integrazioni dello stesso Shipp nel capitolo precedente (cf. p. ii, rr. 6-7, dal basso).
- p. 7, r. 13: prima di ὁ Αἴσωπος va segnata apertura di parentesi uncinata (<).
- p. 10, r. 11: la correzione del punto (.) in punto e virgola (;) dopo κέρκος σου è di Papathomopoulos (accolta anche da Ferrari); Hansen non la registra nella sezione delle Main Divergences From Perry's Text, a differenza di due altre variazioni di punteggiatura proposte dallo stesso Papathomopoulos nei capitoli immediatamente successivi (cf. p. iii, rr. 17-18). Altri casi di interventi correttivi di Papathomopoulos o di Ferrari sulla punteggiatura di Perry, accolti da Hansen ma non riportati nelle Main Divergences, si riscontrano a p. 12, r. 14, dal basso (correzione di punto in virgola dopo ἰσχύειν), a p. 22, r. 13, dal basso (correzione di punto in punto e virgola dopo ὑπάγεις), a p. 24, rr. 16-17, dal basso (trasformazione dell'interrogativa diretta εἰ δύναταί τις ... ἐκπιεῖν in interrogativa indiretta, con eliminazione delle virgolette e sostituzione di punto e virgola con punto) e a p. 26, r. 14, dal basso (inserimento di virgola dopo συνθηκοφύλαξ).
- p. 25, r. 1: Hansen introduce la lectio δακτυλίδιον (senza peraltro darne conto nelle note del Commentary), a fronte di δακτύλιον attestato in G e in tutte le edizioni moderne di riferimento. Sembra tuttavia trattarsi di un banale errore meccanico, poiché proprio la lettura τὸ δακτυλίδιον (correzione di Dölger - accettata anche da Ferrari - del tràdito τὸ ν δακτυλίσιον) è accolta poco più avanti (r. 7) e se ne fa esplicita menzione nella sezione delle Main Divergences (p. iv, r. 2).
- p. 32, r. 17: κλήνην, corrige κήλην.
- p. 35, r. 1: nel testo di Hansen si legge il verbo ἐποίησεν, assente in G e nelle edizioni moderne di riferimento, ma verosimilmente imputabile a un errore meccanico. Il Curatore infatti - come egli stesso segnala nelle Main Divergences (p. v, rr. 4-6) - ripristina il "G's word-order" (seguendo peraltro, tacitamente, le scelte editoriali di Ferrari) e, poco prima (p. 34, r. 5, dal basso), colloca appunto ἐποίησεν dopo τὸ δὲ τέλος (p. 34, r. 6, dal basso), così come si legge in G (Perry invece aveva anticipato il verbo, inserendolo dopo ἐλευθερίας ὁδὸν). Da questo intervento sembra poi essere scaturito l'erroneo inserimento di ἐποίησεν a p. 35, r. 1: sviato dal nesso τὸ δὲ τέλος, attestato anche qui (p. 34, r. 1, dal basso), Hansen ha riproposto la successione τὸ δὲ τέλος ἐποίησεν che però in questo caso non ha alcun riscontro nel testo di G.
- p. 46, r. 10: durng, corrige during.
Notes:
1. Oltre a precisare i destinatari d'elezione del volume, l'aggettivo "English" consente di giustificare l'assenza di altre traduzioni quale per esempio, da ultimo, quella di Corinne Jouanno, pubblicata nel 2006 per Les Belles Lettres. Meriterebbe forse una citazione autonoma il lavoro di Lloyd W. Daly (Aesop without Morals, New York - London 1961), visto che proprio da quel volume Hansen ha tratto - come egli stesso puntualizza - la traduzione della Vita Aesopi riportata nel volume Anthology of Ancient Greek Popular Literature, da lui curato e citato appunto tra le due English Translations della Bibliography.
2. La scelta antologica, per quanto esplicitamente dichiarata nella Preface ("The Life is too long to be included in its entirety here"), non consente al lettore moderno di cogliere appieno l'intenzionale disegno strutturale di questa anonima biografia fittizia che invece proprio Niklas Holzberg (l'unico studioso citato da Hansen nella sottosezione Scholarship della Bibliography) ha il merito di aver individuato e analizzato.
3. In queste circostanze, nelle quali Hansen si attiene per lo più alle scelte di Papathomopoulos o di Ferrari, si registra una certa disomogeneità, addebitabile forse a esigenze di semplificazione editoriale. In taluni casi, infatti, nelle Main Divergences From Perry's Text il Curatore indica con la sola lettera G quali lectiones siano frutto del ripristino del testo tràdito (cf. per esempio p. ii, r. 19: ἀκούσασα : ἀκούσας [G]). In altri casi, invece, egli non segnala la lectio ripristinata e la ingloba tacitamente in un più ampio intervento correttivo o congetturale: a p. ii, rr. 16-17 - per citare un solo esempio - viene assegnata a Papathomopoulos l'intera correzione λέγει ὁ κύριος αὐτοῦ "ἤ τι τοιοῦτον;" , dove in realtà l'editore greco ripropone in toto il testo di G e limita il proprio intervento congetturale alla sola integrazione della disgiuntiva ἤ (ignorata da Ferrari, che però di fatto la accetta nella traduzione: "o qualcosa di simile" [p. 79]).
4. Per mera pedanteria bibliografica, segnalo che nel 1991 Manolis Papathomopoulos, dopo l'edizione della Vita G del 1990 (cui fa riferimento Hansen), ha pubblicato una β' ἔκδοση διορθωμένη, che, pur considerata formalmente una seconda edizione, si limita a inserire nel testo le poche correzioni (per lo più refusi) già segnalate, nel 1990, nella tabella dei παροραματα al termine del volume.
5. Sono soltanto una decina i casi in cui la correzione o integrazione adottata da Hansen non è stata già accolta da Ferrari o da lui direttamente avanzata. Puntualizzo inoltre che l'edizione BUR della Vita citata da Hansen come seconda edizione (2002) è in realtà una ristampa dell'edizione del 1997: lo studioso americano è stato forse sviato dalla consuetudine della casa editrice italiana di indicare come nuova edizione quella che è una semplice ristampa.
6. Per agevolare la consultazione sarebbe stata di grande utilità una numerazione di rigo (come nell'edizione di Papathomopoulos e in quella di Ferrari) o un sistema di richiami con esponenti numerici (come in Perry). Ne consegue, per limitarci a un solo esempio, che un'indicazione quale <τῆς πέριξ ὕλης> : delete (p. ii, r. 7) rimane di fatto inverificabile, dal momento che il lettore non può individuare (salvo essere provvisto del volume di Perry e di un po' di pazienza) in quale punto dell'edizione di riferimento si trovi il nesso che Hansen (e già Papathomopoulos) espunge.
7. Di numerose congetture o correzioni, per esempio, si apprende la paternità (Blake, Charitonidis, Dölger, La Penna, Maas, Post) ma non è possibile conoscere i dati bibliografici relativi alla sede di pubblicazione.
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